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La storia di S.

Lui, originario dello Sri Lanka, era un nostro ospite già dieci anni fa. Da quattro anni, dopo un grave incidente, è paralizzato, si muove solo su una carrozzina e non riesce a mangiare da solo. per questo non era più venuto alla mensa. Poi uno dei giorni scorsi si è presentato all'ingresso. G. un nostro volontario lo ha accolto e gli ha portato il pranzo proprio lì, all'ingresso, imboccandolo in cima alle scale che per lui sarebbero state una sfida impossibile.

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Scuola di italiano e di...tiramisù: l'italiano vien mangiando!

Concerto per la Giornata Mondiale dei Poveri

Il 18 novembre alle ore 10.00 la nostra chiesa ha accolto ospiti e volontari, insieme, per ascoltare "Le corde sciolte", cinque musicisti che fanno parte dell'Orchestra di Via Padova, che ci hanno offerto un concerto intenso e commovente con canti e canzoni dal mondo. Gustate con noi alcuni momenti. "La musica è uno strumento di vera fraternità, aiutando a superare frontiere e discriminazioni."Ancora una volta queste parole di San Giovanni Paolo II sono risuonate vere!

W LA SCUOLA

le suore della mensa

le suore della mensa

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FESTA DI NATALE CON I VOLONTARI

Festa di Natale 2017 con i nostri volontari: è bello non essere soli a dare una mano a chi ha bisogno.

Nel blu dipinto di blu, felice di stare quaggiù… con te!

Ultimo giorno di scuola. Accogliamo le suore – fino a quel momento tenute a “distanza di sicurezza” per non rovinare l’effetto sorpresa - sulle note di Nel blu dipinto di blu. Tutti i partecipanti ai tre corsi di lingua italiana cantano insieme, intonati ed entusiasti, vanno a tempo e si divertono. Le ragazze, che parlano un pochino meglio la nostra lingua, cantano le strofe da soliste, e tutti insieme si uniscono al coro del ritornello. Per animare la festa di fine anno scolastico, con la collaborazione degli insegnanti, abbiamo sottratto alle lezioni del martedì l'ultimo quarto d'ora per le prove, per preparare la nostra sorpresa (probabilmente le suore qualche sospetto ce l’avevano, per il fatto che non cantassimo proprio a voce sommessa).

La sorpresa era rivolta alle suore della mensa, Carmela, Silvana e Piera, e voleva esprimere la riconoscenza dei ragazzi per l'opportunità di frequentare la loro scuola. Abbiamo scelto, tra tante, una canzone italiana tra le più famose nel mondo, per il suo profondo significato. Abbiamo voluto trasmettere un messaggio. Il sogno dell’uomo, da sempre, è stato quello di volare. Il sogno, al risveglio, non porta con sé tristezza o delusione, ma la gioia di ritrovare l'altro accanto a sé e poter continuare a sognare rispecchiandosi nei suoi occhi, con la fiducia e la certezza della reciproca comprensione. Questa è stata un’esperienza che ha portato con sé molti doni, primo fra tutti quello dell’unione fra le tre classi, una sorta di riunificazione anche tra alunni della stessa etnia, di eguaglianza, poiché non esistevano più i livelli dal più bravo al meno bravo, anzi i migliori hanno aiutato, assieme a noi insegnanti, i loro compagni nella lettura e nell’interpretazione del testo.

 

"Vogliamo ringraziare le suore per questo corso di italiano, che ci è stato molto utile!" Rompono il ghiaccio insieme, Christian del Camerun e Sanowar del Bangladesh, uno cattolico e l'altro musulmano, ad annullare le distanze tra continenti, religioni, diversità, stili di vita. Uno dei due, sebbene abbia solo ventisette anni, ha frequentato l’università ed è già padre di una bimba, l'altro è ancora minorenne. Dopo di loro tutti hanno voluto dire qualcosa, anche solo poche, semplici parole di gratitudine per le suore e per gli insegnanti - "Tutti bravi!" - per quello che hanno imparato, per il dono della gratuità e dell’accoglienza, per l'opportunità che è stata loro offerta dalla nostra scuola, per aver stretto nuove amicizie. Cinquanta, fra ragazzi e ragazze, con un'espressione di piena felicità negli occhi e nei sorrisi per “avercela fatta”, hanno accolto trepidanti il loro attestato di frequenza, sul quale campeggiava a chiare lettere il loro nome. Un intero anno scolastico è trascorso da quel primo giorno, quelle prime parole in una lingua sconosciuta, distante, dal suono tanto dolce quanto incomprensibile, così diversa dal bengalese, dall'iraniano, dal pakistano o dal nigerino.

La festa si è svolta in pieno periodo di Ramadan, durante il quale, come è noto, i musulmani osservano l’astinenza dal cibo fino al tramonto. Alle feste delle suore non sono mai mancati pasticcini, torte, stuzzichini di ogni genere. Ebbene, questa volta, dando un importante segnale di fratellanza e di empatia con l’altro, è stato deciso che tutti, in segno di vicinanza, avremmo rinunciato al ricco buffet, limitandoci a qualche bicchiere d’acqua o bevande analcoliche per un piccolo brindisi. I ragazzi però non hanno lasciato la festa e la sua bella atmosfera a mani vuote, ma hanno portato con sé tante cose buone, biscotti, caramelle, cioccolatini in graziosi sacchettini confezionati, con il contributo di alcuni insegnanti, dalle mani di Loredana e Maria Pia.

E' finita la scuola! W la scuola!

La scuola di italiano è finita con il rilascio degli attestati ai nostri ospiti. Da oggi, per loro, la nostra lingua è una barriera un po' più bassa. E' stata una bella avventura, molto impegnativa per tutti!

E ora appuntamento al prossimo anno scolastico!

Un incontro che ha commosso il nostro cuore e ha suscitato una sorprendente rete di collaborazioni

Un anno fa, nel mese di marzo, Alex (il nome è di fantasia), un ospite che già frequentava con assiduità la nostra mensa, si è rivolto al Centro di ascolto. Quel giorno abbiamo fatto la conoscenza di un uomo timido, riservato, che faceva fatica a nascondere il suo disagio dovuto alla sua condizione di straniero, senza mezzi, senza vestiti decenti e, per di più, senza denti.

Lo abbiamo accolto offrendogli dapprima i servizi del nostro Centro: doccia e guardaroba. È tornato rinfrescato e ben vestito e ha cominciato a parlare. Abbiamo così appreso che Alex ha circa sessant’anni, viene da un Paese dell’Est Europa, parla tre lingue e ha dimestichezza con i computer.

Lo abbiamo convinto innanzitutto a prendersi cura di sé e a rivolgersi a un dentista che, tra l’altro, si è reso disponibile a effettuare gratuitamente un intervento non previsto dal SSN.

Visibilmente rincuorato dal nuovo e migliore aspetto della sua nuova dentatura, ha ricominciato a sorridere e ha ripreso forza. Abbiamo quindi cominciato ad affrontare anche i problemi più pesanti e urgenti: trovare le risorse per ripristinare le utenze luce e gas e pagare l’affitto; Alex era da tempo senza lavoro e tutti i risparmi erano finiti. La situazione era decisamente grave.

Abbiamo contattato così il responsabile dell’ente affittuario, una fondazione che opera sul territorio di Milano, con cui ci siamo incontrati e insieme a loro abbiamo valutato che c’erano le condizioni, viste le buone doti emerse e la dignità manifestata dal nostro ospite, per ipotizzare come ragionevole intraprendere una strada comune per permettergli di far fronte ai suoi impegni.

Da parte loro, i servizi sociali del Comune di Milano, interpellati, dopo qualche mese hanno messo a disposizione un contributo in denaro che il nostro assistito ha subito consegnato integralmente all’affittuario, con il desiderio di coprire almeno in parte le spese arretrate. Così facendo non ha trattenuto per sé neanche un euro, affermando che ormai era abituato a vivere da tempo senza soldi. Con questo gesto Alex ha mostrato la sua serietà e una grande dignità che ha commosso tutti noi del Centro D’Ascolto e gli operatori con cui abbiamo lavorato.

Insieme abbiamo deciso di continuare il nostro lavoro nel tentativo di trovargli una occupazione anche part-time perché Alex è una persona che secondo noi merita di giungere con dignità alla pensione.

È veramente impossibile visto che conosce tre lingue e sa utilizzare il computer?

LA SCUOLA DI ITALIANO PER IMMIGRATI

ESCI DALLA TUA TERRA E VA’ DOVE TI MOSTRERÒ

Nell’ambito della scuola d’italiano per stranieri, le suore affiancano dodici insegnanti che, attraverso l’esperienza educativa, sperimentano la grande bellezza dell’insegnamento, quando diventa reciproco scambio.

 

Cos’è l’identità? La tua identità la scopri quando conosci qualcuno che è diverso da te. La conoscenza ci permette non solo di avere fiducia nell’altro, ma di rivelarne qualità e valori che, senza la curiosità e l’interesse, difficilmente scopriremmo. È fondamentale seguire un percorso che ci conduca dalla diffidenza alla comunicazione e alla partecipazione.

 

Le nostre classi sono un variegato insieme di persone di diverse nazionalità: Bangladesh, Africa, Sudamerica, Filippine, Europa dell’Est. Alcuni dei nostri alunni, i più fortunati, vendono fiori, calzine, guanti, erbe, bigiotteria. Al loro arrivo in aula, dopo una lunga e pesante giornata, tutti hanno freddo e alcuni anche sonno. A scuola trovano un momento di protezione e calore, cerchiamo di accrescere la loro fiducia e le loro capacità, insegnando innanzitutto il lessico che serve alla sopravvivenza.

 

Spesso la cattiveria e la malafede di qualcuno li ha portati dall'altra parte del mondo qui da noi.

Trafficanti di poveri sventurati hanno fatto loro credere che in Europa avrebbero trovato fortuna, pace e speranza: ora sono sprovvisti di tutto, persino delle parole.

Talvolta, quando si chiede di ripetere una frase, la loro lingua madre si mescola all'italiano, allora si ricomincia da capo. Come ti chiami? Da dove vieni? Quanti anni hai? Ancora si ripete, finché un mormorio incerto si fa parola e da quell'incertezza discontinua fiorisce una gemma d’italiano.

 

Quest’anno abbiamo avuto circa 80 iscritti, divisi su tre livelli: (A, a partire dai primi rudimenti dell’alfabetizzazione; 1, corso base; 2, corso base avanzato). Dopo alcuni mesi, il numero dei frequentanti si è, come al solito, quasi dimezzato, ma il clima che si respira è dei migliori: noi siamo felici di stare con loro e loro ci ricompensano con il loro entusiasmo e la riconoscenza che, attraverso lo sguardo e il sorriso, ci dimostrano.

 

Da noi la cinta muraria delle religioni ha ceduto il passo all'amore. Il soccorso ai poveri è questo: una corrente di amore indistinto.

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NON DI SOLO PANE

Quante storie accadono al Centro di ascolto delle suore della mensa. Il nostro è uno sportello che cerca di prendere sul serio il bisogno di chi, nella nostra città, chiede di poter condividere con qualcuno le proprie necessità, di trovare una parola di aiuto e di conforto, magari anche una soluzione a un problema. A noi si rivolgono persone in difficoltà, stranieri e italiani, chiedendo supporto per essere aiutati ad affrontare i più disparati bisogni: lavoro, posti per dormire, aiuti economici, informazioni legali, orientamento generale sui servizi municipali, statali o caritatevoli.
E qui è arrivato anche Saied, frequentatore della mensa, egiziano, quarantenne, ingegnere con moglie e figli in Egitto. 
Due anni passati in Italia con poco lavoro regolare e qualche lavoretto in nero. Nessun requisito per poter rinnovare il permesso di soggiorno, nessuna motivazione per restare qui, ancora. Senza prospettive di lavoro, con il rischio di passare le notti tra un dormitorio e l’altro con l’inverno in arrivo, gli restava solo un desiderio: ritornare a casa. E Saied aveva già scelto, ma non aveva i mezzi.
Da noi ha saputo che sì, poteva ritornare a casa. Lo abbiamo inviato a una associazione che si occupa di rientri volontari: pagano il biglietto aereo e all’arrivo nel paese di origine danno un piccolo aiuto economico. “Tornare per ricominciare” è il loro motto.
Noi, da parte nostra, gli abbiamo preparato le valigie: regali per le figlie, bambole comprese, abiti per lui, per la moglie. Tornare per ricominciare: dopo questa esperienza italiana che, alla fine, non è stata certamente tutta un fallimento, conclusasi con la scelta del proprio paese, della propria famiglia dopo un sogno europeo. 
Buon anno Saied dalle suore della mensa
 

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